Edificato per volere, se non per mano, di San Francesco, fu uno dei conventi più prestigiosi e ricchi della zona.
La leggenda popolare vuole che la prima pietra per costruire il convento sia stata posata da San Francesco in persona, come afferma anche una lapide posta all’interno della chiesa. In effetti il Santo passò nel suo peregrinare anche a Posta e non è da escludere che abbia voluto dotare il luogo di un eremo in onore di San Matteo, al quale in realtà è intitolata la chiesa, o abbia spinto la gente a edificarlo.
La cappella sorse sul colle antistante il potente feudo di Machilone e ben presto sorse anche l’adiacente convento e la cappella venne accresciuta.
Il convento divenne uno dei centri francescani più ricco e fiorente dell'epoca e alla fine del '200 era all'apice della sua importanza. Fino al 1500 godeva di grande prestigio e di particolari privilegi che ne testimoniano l’importanza.
Il convento non fu mai abbandonato dai frati nonostante le vicissitudini storiche fino all'avvento delle leggi napoleoniche del 1811 con le quali furono scacciati, momento in cui cominciò il suo declino e la rovina.
La chiesa e il convento di San Francesco sono stati più volte ricostruiti e restaurati con interventi anche radicali. Nel '300 la chiesa fu trasformata e allargata, salvando e conglobando nella nuova costruzione solamente due pareti che ancora si distinguono. Nel 1703 chiesa e convento furono distrutti da un violento terremoto e ricostruiti.
Nel tempo il complesso è caduto in un desolante stato di abbandono e di incuria che ne ha deteriorato la bellezza fino ai lavori di mantenimento degli anni ‘90. Un tempo era certamente pregevole e ricco di preziosi come testimonia la pregevole Croce D’Oro di legno dorata e dipinta che rappresenta un’autentica rarità nella storia dell'arte del reatino per certi elementi di origine veneta che la contraddistinguono, ora custodita al sicuro nel museo civico di Rieti.
Dopo l'ultimo restauro per la conservazione, la chiesa e il convento sono al riparo da pericolo di scomparsa.