La Porta della Gabella è un'opera tra le più significative della zona e sicuramente per il comune di Posta che proprio a questo luogo deve probabilmente il suo nome.
La Porta della Gabella è infatti il luogo dove si pagavano le tasse, il dazio appunto, sulle merci trasportate e introdotte all'interno del paese per essere vendute al mercato che qui si svolgeva. Il paese di Posta era qui sorto dopo l'abbattimento del feudo di Machilone da parte degli aquilani ed era stato fortificato attorno al preesistente complesso del convento di San Francesco. La Porta della Gabella era l'ingresso più importante al paese e questo punto era un "appostamento", "l'apposta" dove ci si doveva per forza fermare. Da qui il nome di Posta.
L'opera, restaurata e riportata allo splendore nel 2019, risale al 1577 e fu certamente commissionata da un'importante famiglia del Regno di Napoli.
Sulla lunetta è riapparso un affresco pregevole raffigurante i due santi patroni di Posta: Santa Rufina e San Felice, quest'ultimo riconoscibile dal dragoche lo accompagna. Al centro lo stemma dell'importante casato al quale non si è però potuti risalire con precisione.
Sull'arco antistante sono riportate le SOME del pedaggio da pagare per ogni singola merce trasportata. Se ne evince un importantissima testimonianza che narra della vita del commercio di quell'epoca e delle abitudini della società medioevale locale.
La Porta della Gabella e il Dazio rappresentano un'opera unica nel suo genere in quasi tutta Italia e un vanto di pregevole importanza per il paese di Posta.